Attività 2015

Data management

Migliorare l’efficienza, ridurre i costi, aumentare il livello di servizio al consumatore sono il mainstream lungo il quale si dipana l’impegno di GS1 Italy nel mettere a disposizione delle imprese strumenti e soluzioni conformi agli standard internazionali. Per condividere le informazioni anche nell’era della trasformazione digitale e nell’omnicanalità.

La forza delle immagini.

Cataloghi, volantini, documentazione commerciale, siti di e-commerce online possono oggi ospitare le fotografie dei prodotti provenienti da una sola fonte. Con Immagino lo scambio delle informazioni e delle fotografie dei prodotti tra imprese della distribuzione e dell’industria non è mai stato così facile. E contribuisce alla lotta allo spreco di cibo in collaborazione con il Banco Alimentare.

Avviato a dicembre 2014, in concomitanza con l’entrata in vigore del Regolamento UE 1169/2011 sull’etichettatura dei prodotti alimentari, Immagino è il servizio web di GS1 Italy per la digitalizzazione delle immagini e delle informazioni presenti sul packaging dei prodotti alimentari, che ha subito raccolto l’interesse delle imprese del largo consumo. A fine 2015 sono state 800 le aziende ad aver aderito al servizio, per 50 mila prodotti digitalizzati con 400 mila immagini realizzate.

Immagino, insieme al GS1 GDSN® (Catalogo elettronico), permette di velocizzare e migliorare tutti i processi di interfaccia tra fornitore e distributore, offrendo alle aziende un unico modello di condivisione e di comunicazione delle informazioni di prodotto nel rispetto delle disposizioni normative.

“Siamo orgogliosi della collaborazione con Banco Alimentare, a cui le aziende della community Immagino hanno aderito con entusiasmo e senza esitazioni. Un contributo, concreto e continuo nel tempo, delle aziende alla lotta allo spreco alimentare a favore di chi ha più bisogno”.

Bruno Aceto, direttore generale GS1 Italy

Ne trae beneficio anche il trasferimento di informazioni al consumatore finale, che grazie al progetto GS1 Source® e alla tecnologia dei dispositivi mobile può avere informazioni sui prodotti provenienti da fonti note e attendibili.

Gli aspetti tecnici e il funzionamento di Immagino e del GS1 GDSN unitamente ai benefici e ai vantaggi per la filiera e per il consumatore, raccontati dalle aziende che utilizzano quotidianamente queste soluzioni, sono state oggetto del convegno “Condividere immagini e informazioni di prodotto. Coinvolgere i consumatori abilitati dalla tecnologia” organizzato all’interno della fiera Tuttofood a Milano.

“Anche i “custodi” italiani dei codici a barre per il largo consumo, attraverso il loro lavoro, riescono a salvare il cibo dallo spreco e ad aiutare così le persone bisognose del nostro paese. Siamo grati a GS1 Italy per la sensibilità che ha verso la nostra opera e che dimostra quotidianamente con l'attenzione a quei dettagli che fanno la differenza”.

Andrea Giussani, presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus

Che cosa succede ai prodotti una volta fotografati? Ogni giorno, i campioni, dopo essere stati fotografati e digitalizzati dalla piattaforma Immagino, vengono donati all’Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus che li redistribuisce alle strutture caritative convenzionate per farle arrivare alle persone bisognose. Si tratta di oltre 16 quintali di prodotti confezionati alimentari e non, perfettamente integri e pronti per essere consumati, che da inizio 2015 le aziende del largo consumo hanno scelto di donare attraverso Immagino a Banco Alimentare, salvandoli così dallo spreco.

Il team di Immagino poi, ha partecipato alla SuisseGas Milano Marathon, uno dei più grandi eventi sportivi di solidarietà in Italia, organizzata da RCS sport con Banco Alimentare Onlus, contribuendo a trasformare ogni chilometro percorso in 3,5 chili di cibo per l’infanzia.

60.000 PRODOTTI

DIGITALIZZATI

470.000 IMMAGINI

REALIZZATE

1.000 AZIENDE INDUSTRIALI

ADERENTI

21 RETAILER

ADERENTI

25.000 PRODOTTI

DONATI A BANCO ALIMENTARE

(*) giugno 2016

Tante informazioni in un piccolo codice.

Il codice a barre GS1 DataBar® rappresenta un deciso passo avanti in termini di quantità e di qualità dell’informazione, in particolare per i prodotti a peso variabile confezionati nel punto vendita. Iper, La grande i lo adotta per primo in Italia e GS1 Italy lo affianca per la conformità agli standard.

Più piccolo rispetto al tradizionale codice a barre EAN-13, il GS1 DataBar contiene un maggior numero di informazioni e le cattura tutte in una sola lettura: oltre all’identificativo del prodotto GTIN-13®, può registrare anche la data di scadenza, il peso netto, il numero di lotto. È ideale, quindi, per prodotti di dimensioni ridotte, per gli articoli che richiedono la stampa di informazioni supplementari e per gli alimentari freschi a peso variabile.

Il GS1 DataBar consente quindi di codificare i prodotti a peso variabile in maniera centralizzata e univoca, di rilevare le quantità effettivamente vendute e può essere utile anche per gestire la tracciabilità e per la pianificazione delle promozioni relative ai prodotti in scadenza.

Sono queste le motivazioni che hanno portato Iper, La grande i ad avviare, primo retailer italiano, il passaggio all’utilizzo dello standard GS1 DataBar per la codifica dei prodotti a peso variabile confezionati nei suoi ipermercati.

“L’adozione della simbologia GS1 DataBar offre a Iper l’opportunità di migliorare i processi gestionali, ma garantisce anche una migliore sicurezza all’esperienza di acquisto del proprio cliente e introduce tecniche di tracciabilità che saranno in futuro sempre più un fattore di qualificazione e distinzione del prodotto alimentare”.

Valerio Cortese, direttore sistemi informativi Iper Montebello Spa

GS1 Italy ha affiancato Iper nella corretta definizione della struttura del nuovo simbolo, in termini di informazioni inserite e dimensioni utilizzabili, allo scopo di creare GS1 DataBar facilmente leggibili e allineati alle raccomandazioni dello standard GS1. Iper ha voluto inserire nei suoi GS1 DataBar l’identificativo dell’unità di vendita, assegnato centralmente e non per singolo punto vendita, la data di scadenza, il peso netto effettivo del prodotto e il numero di lotto. E ha così migliorato anche il servizio al cliente: inserire nel codice la data di scadenza, per esempio, evita di vendere accidentalmente i prodotti scaduti e contemporaneamente è un valido strumento per la gestione delle eccedenze, aiutando a ridurre lo spreco di cibo.

17.000

referenze coinvolte nella codifica GS1 DataBar di Iper

  • GOAL 1

Il codice a barre, anche per vendere online.

Nel mondo online occorre trasferire gli stessi standard GS1 per assicurare ai consumatori la migliore esperienza di acquisto possibile anche sui canali digitali e garantire produttori e distributori dai rischi di informazioni errate, incomplete o contraffatte.

Con il moltiplicarsi dei canali di vendita e la diffusione dell’e-commerce, dei motori di ricerca e dei siti per cercare e confrontare i prodotti, è diventata più stringente per produttori e distributori evitare che i consumatori trovino informazioni sbagliate, incomplete o non aggiornate e che si sentano in difficoltà.

La corretta descrizione dei prodotti in tutti i canali di vendita è possibile: viene garantita dal sistema di identificazione standard GS1.

In particolare, per vendere i prodotti sui siti dei più importanti protagonisti del commercio online come Amazon ed eBay, serve l’identificativo GTIN del codice a barre GS1, esattamente come quello che viene letto alle casse di supermercati e negozi specializzati.

“Le attività descritte nella “E-commerce Joint Proposal on Barcode Application” potranno migliorare in maniera significativa per la Cina lo sviluppo dell’e-commerce e dell’e-retailing permettendo alle aziende attive in questo settore di fornire un servizio sempre più attento alle esigenze dei propri clienti”.

Chenghai Zhang, co-chair ECR China, presidente e ceo GS1 China

Ne è ulteriore conferma la dichiarazione “E-commerce Joint Proposal on Barcode Application – Proposta congiunta di applicazione dei codici a barre nell’e-commerce” firmata da più di 40 aziende cinesi attive nel settore e-commerce, tra cui Alibaba e JD.com, con cui si sono impegnate a rispettare il principio secondo il quale ogni singola unità commerciale (trade item) debba avere il proprio GTIN codificato all’interno di un codice a barre GS1 e ad adoperarsi affinché i produttori forniscano in tempi brevi le informazioni di prodotto alla “China Service Platform on Commodity Information”, la piattaforma pubblica di GS1 China che grazie agli standard GS1 dà accesso alle informazioni sulle merci.

Processi collaborativi

Incremento delle vendite, riduzione dei costi e degli stock, trasporto più efficiente, riduzione degli sprechi: sono questi obiettivi alla base della collaborazione di filiera che richiede il superamento del perimetro aziendale e l’adozione di modelli di condivisione dei processi, nello spirito di una nuova coscienza logistica per il settore del largo consumo.

Logistica collaborativa, leva strategica.

Il principio della collaborazione tra soggetti diversi su temi definiti è fondamentale per l’efficienza complessiva della filiera italiana del largo consumo. E trova il suo punto di incontro in GS1 Italy.

Per una filiera come quella del largo consumo che movimenta circa 3 miliardi di colli ogni anno, logistica collaborativa significa parlare di margini di miglioramento in termini di efficienza e di sostenibilità: è stato calcolato che unità di carico efficienti e una saturazione dei viaggi prossima al 100% determinano un risparmio potenziale del 47% delle emissioni di CO2 (510.000 ton/anno) e un risparmio di 600 milioni di km percorsi, cioè 750 milioni di euro in costi di trasporto.

“Molto spesso i nostri camion non viaggiano pieni. Quindi vi sono molte opportunità, che si possono cogliere solo attraverso un tavolo condiviso tra Industria e Distribuzione. Abbiamo a disposizione i tool per farlo, ma c’è bisogno anche di un cambio di approccio, di mentalità. Dobbiamo aprirci, non dobbiamo guardare solo all’interno delle nostre aziende, dobbiamo avere il coraggio anche di cambiare il modo di lavorare”.

Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato Sanpellegrino Nestlé Waters

Il 2015 è stato un anno particolarmente importante per GS1 Italy e per i tavoli di lavoro ECR Italia nella definizione della supply chain 2.0 perché sono arrivate a compimento, dopo quella su Intermodability®, alcune ricerche volte a favorire le buone pratiche della logistica collaborativa, realizzate in collaborazione con Fabrizio Dallari, direttore del C-Log, il centro di ricerca sulla logistica della LIUC Università Cattaneo, e con Gino Marchet, professore ordinario di logistica del Politecnico di Milano, presentate al convegno “La logistica collaborativa: una leva sempre più strategica” di fronte a oltre 200 manager:

  • Mappatura dei flussi logistici: uno studio dei fenomeni che caratterizzano la logistica del sistema del largo consumo italiano, una fotografia dei flussi logistici e della loro morfologia, il loro dimensionamento e un approfondimento specifico sulla saturazione dei mezzi sia in pianta sia a volume.
  • Analisi dei costi della mancata ottimizzazione: una quantificazione dei costi delle attività del processo order-to-delivery che ha evidenziato i differenziali di costo esistenti tra pratiche logistiche e modelli di riordino differenti, ed ha prodotto SI.RI.O, un vero e proprio simulatore di riordino ottimo di filiera che consente di valutare il differenziale di costo tra diverse ipotesi di riordino per una determinata referenza e identificare la configurazione di ordine che minimizza il costo order-to-delivery di filiera.
  • Atlante della logistica: una mappa geografica aggiornata e un censimento dei principali nodi logistici presenti sul territorio italiano, oltre 1.000 tra CeDi, centri di stoccaggio di beni di largo consumo gestiti da operatori logistici, transit point e interporti, per fornire una visione della rete distributiva nazionale ed evidenziare le opportunità di ottimizzazione lungo la filiera e di transport & asset sharing.

“Oltre alla collaborazione verticale tra fornitori e clienti, il passo successivo è quella orizzontale tra produttori che competono tra di loro. In tal caso è necessario rispettare le regole antitrust. E in questo caso diventa importante il ruolo di ECR Italia”.

Marco Digiacomantonio, transportation manager Italy Procter & Gamble

“Il beneficio della logistica collaborativa aumenta con il tempo e il livello di collaborazione. Più attori sono coinvolti, più si misurano i benefici, ma la sfida vera è attivare una forma di coordinamento tra gli attori”.

Daniel Corsten, professore IE Business School Madrid

600 MILIONI

di chilometri in meno all’anno

750 MILIONI

di euro risparmiati

510.000 ton/anno

in meno di CO2 emessa

  • GOAL 2

I costi di sistema dell’interscambio pallet.

La gestione dei pallet per le aziende del settore del largo consumo è affrontata da GS1 Italy in ambito ECR Italia con l’analisi delle soluzioni presenti sul mercato, elaborando regole condivise e fornendo agli operatori un supporto operativo completo per un sistema di interscambio efficiente.

La gestione dei pallet è da sempre un tema caldo e di attualità per chi si occupa di logistica. Proprio per la delicatezza del tema e per l’impatto economico che esso può avere, GS1 Italy si occupa da tempo in ambito ECR Italia di facilitare la discussione fra le aziende, elaborando e diffondendo delle raccomandazioni operative che promuovono due concetti chiave: la certezza dell’impianto di regole e la profonda conoscenza del sistema.

Ecco alcune delle criticità da affrontare:

  • La dispersione del parco pallet dovuta all’in-cremento dei buoni pallet.
  • La contrattazione basata sul potere contrat-tuale di ogni azienda più che sul valore effetti-vo del bene.
  • Il livello qualitativo del parco pallet EPAL cir-colante in Italia che si è abbassato negli anni, determinando un’incidenza crescente di pallet scartati presso i punti di consegna.

“Uno dei principali punti critici nel modello dell’interscambio EPAL è quello relativo alla qualità dei pallet Nonostante le linee guida molto precise, accade che la percentuale dei pallet scartati. in banchina presso i CeDi sia molto variabile da azienda ad azienda”.

Fabrizio Dallari, direttore C-Log della LIUC Università Cattaneo

Dopo aver diffuso la “Raccomandazione ECR per l’interscambio del pallet EPAL” con le regole condivise da Industria e Distribuzione, e avviato un “Osservatorio sul valore del pallet interscambiabile”, in collaborazione con Conlegno, il Consorzio Servizi Legni Sughero, ECR Italia ha realizzato l’analisi sul costo della gestione del pallet per dare alle aziende i riferimenti con cui confrontare le proprie performance. Questa ricerca, realizzata in collaborazione con il C-Log, il centro di ricerca sulla logistica della LIUC Università Cattaneo, e il Politecnico di Milano, e contenuta all’interno del volume “La gestione dei pallet nella filiera del largo consumo”, ha consentito di descrivere i processi, i parametri di funzionamento “fisiologici”, di valorizzare sei voci di costo rilevanti e di determinare il costo complessivo di interscambio per la filiera, come stimolo ulteriore per sviluppare iniziative di miglioramento da perseguire attraverso percorsi collaborativi tra produttori, GDO e operatori logistici, che da sempre contraddistinguono i progetti ECR.

“L’incremento dei buoni pallet aumenta la dispersione del parco pallet e attiva contrattazioni basate sul potere contrattuale di ogni azienda piuttosto che sul valore effettivo del bene”.

Gino Marchet, professore di logistica Politecnico di Milano

60 MILIONI

di pallet inviati ogni anno dai produttori nel largo consumo

120 MILIONI

di euro il costo annuo dell’interscambio pallet per la filiera

2 euro/pallet

il costo medio unitario di gestione dell’interscambio pallet

Scaffali pieni e un freno alle rotture di stock.

Ripresi i lavori in ambito ECR Italia sulla disponibilità ottimale dei prodotti a scaffale (OSA) per offrire alle imprese del largo consumo strumenti di analisi e di intervento per ridurre l’out-of-stock e, di conseguenza, le vendite perse.

Rotture di stock e disponibilità a scaffale dei prodotti sono due temi che hanno ricadute importanti sui risultati commerciali dei retailer e sul comportamento dei clienti nel punto vendita. GS1 Italy, in ambito ECR Italia, ha approfondito il tema dell’OSA (la disponibilità ottimale a scaffale) attivando, in collaborazione con IRI, il “Barometro ECR sull’OSA” e una ricerca sul comportamento dei consumatori di fronte allo scaffale vuoto.

“I progetti OSA sono un’opportunità per migliorare risultati di business sia del produttore che del distributore e maggiore è la collaborazione tra di loro, più efficaci sono le azioni di contrasto per combattere l’out of stock”.

Giorgio Compostella, key customer logistic senior manager Coca-Cola HBC Italy

“La non disponibilità del prodotto a scaffale genera un disservizio che se ripetuto nel tempo comporta infedeltà dei clienti e abbandono del punto vendita di riferimento”.

Stefano Gambolò, direttore marketing Selex Gruppo Commerciale

Il Barometro misura mensilmente l’out-of-stock e le vendite perse nel mondo del largo consumo, fino al dettaglio dei diversi canali/formati e delle singola categoria merceologiche. Con risultati confortanti. Nel 2015 l’out-of-stock è rimasto, infatti, lievemente al di sotto rispetto al 2014 (3,7% contro il 4%), così come le vendite perse sono passate dal 5% al 4,7% di quelle complessive.

Alla luce dei risultati del Barometro, intervenire per ridurre l’out-of-stock è prioritario per le imprese della filiera del largo consumo: recuperare un punto percentuale di disponibilità del prodotto a scaffale si traduce in circa 2 miliardi di euro di fatturato per il sistema.

La rilevazione mensile del Barometro rappresenta, secondo il gruppo di lavoro ECR, un benchmarking rispetto alla media del mercato, e uno strumento per identificare le priorità di intervento a seconda delle categorie e dei canali, con l’obiettivo di sviluppare un modello di processo a disposizione di tutte le imprese della filiera.

La ricerca sullo shopper ha inoltre permesso di quantificare il fastidio percepito dal cliente e gli effetti sui suoi comportamenti di acquisto della mancanza di prodotti sugli scaffali, generando disaffezione prima alla marca, poi all’insegna.

4,7%

le vendite perse sul totale

3,7%

dei prodotti in rottura di stock nel 2015

1%

In più di disponibilità a scaffale dei prodotti

=

2 MILIARDI

di euro in più di fatturato per il sistema

  • GOAL 2

Soluzioni di filiera per le eccedenze alimentari.

La collaborazione tra le imprese permette di gestire correttamente le eccedenze alimentari e di ridurre lo spreco, attraverso la prevenzione, la redistribuzione, il riciclo, il recupero e l’eliminazione di quanto rimane invenduto.

Ogni anno in Italia vengono generate 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze lungo tutta la filiera alimentare, dai campi fino alla tavola del consumatore, pari al 16% del consumo annuo. Di questi, circa il 20% è prodotto dalle aziende dell’Industria e della Distribuzione.

Ed è proprio sulla riduzione di questo 20% che le aziende del largo consumo hanno deciso di concentrare il loro impegno e il lavoro di GS1 Italy in ambito ECR Italia.

“Il tema dello spreco alimentare va visto in tutte le sue fasi e l’interazione tra i protagonisti di fasi collegate è fondamentale“.

Carlo Delmenico, direttore responsabilità sociale d’impresa Sma (Simply)

Anche nella lotta allo spreco alimentare l’approccio collaborativo tra le imprese va al di là delle dinamiche competitive e ha consentito alle aziende attive nel tavolo di lavoro ECR di identificare soluzioni di filiera affidabili ed efficaci per tutti gli attori attivi: dal magazzino del produttore allo scaffale del punto vendita, lungo gli assi della prevenzione, della redistribuzione, del riciclo, del recupero e dell’eliminazione delle eccedenze.

“Nelle aziende che non hanno un sistema di controllo e gestione delle eccedenze, l’80% di queste si trasforma in spreco“.

Renato Di Ferdinando, SoE manager customer logistics development Mondelez

La prevenzione è stato il primo ambito di intervento e il gruppo di lavoro ha prodotto una prima fotografia dell’entità e delle cause del fenomeno, ha identificato alcune strategie di prevenzione e le best practice per gestire le eccedenze alimentari ed evitare che si trasformino in sprechi. Le linee guida di questi lavori sono state raccolte rispettivamente in due Blue Book: “Prevenzione e trattamento delle eccedenze alimentari” e “La gestione dell’eccedenza alimentare: una guida per le aziende della filiera”.

La gestione delle eccedenze per ridurre gli sprechi è stato anche il tema al centro del convegno “La lotta allo spreco alimentare: soluzioni e approcci di filiera” dal quale sono emerse indicazioni utili per proseguire il percorso:

  • Per le aziende della filiera le attività di prevenzione e di gestione delle eccedenze alimentari diventano un vero e proprio processo aziendale, costituito da attività amministrative, attività operative e momenti decisionali che coinvolgono molteplici attori all’interno dell’azienda. Tanto più il processo è strutturato, tanto maggiore è la capacità di recupero e quindi minore lo spreco.
  • La lotta allo spreco non riguarda i singoli individui o le singole funzioni aziendali, ma per essere efficace ed efficiente deve essere adottato dalle organizzazioni a livello interfunzionale.
  • Per la maggior parte delle aziende le eccedenze derivano dal raggiungimento della data di scadenza e dalle rotture nella movimentazione, tema destinato a essere più centrale con l’aumento dei consumi dei prodotti freschi, del biologico, dei prodotti naturali con shelf life più breve.
  • Molte aziende hanno un sistema di analisi ex post del fenomeno, anziché misurare l’eccedenza e sviluppare sistemi di allerta che attivino i piani di intervento preventivamente.

“La gestione delle eccedenze è trasversale a più funzioni aziendali. La collaborazione interfunzionale nelle aziende e tra aziende della filiera può rappresentare il più valido supporto alla riduzione dello spreco“.

Marco Melacini, docente di logistics e operations management Politecnico di Milano

56 MILIONI tonnellate

le eccedenze alimentari in Italia

20%

circa è generato da industria e distribuzione

43%

è causato dallo spreco domestico

Atlante censisce e mappa i magazzini di Banco Alimentare.

Nella ridistribuzione delle eccedenze, Banco Alimentare svolge un ruolo importante in collaborazione con numerose catene distributive. Oggi a disposizione della filiera un nuovo strumento per migliorare l’efficienza di sistema.

Banco Alimentare è in prima linea nel lavoro quotidiano per combattere lo spreco e ridistribuire le eccedenze e si trova ad affrontare le stesse sfide di ottimizzazione con cui si confrontano le imprese.

Per questo motivo è stato quasi naturale per GS1 Italy stringere una collaborazione sulle attività intraprese per la gestione delle eccedenze alimentari. Ora i suoi 22 magazzini presenti sul territorio nazionale sono stati inclusi in Atlante, la piattaforma online realizzata da GS1 Italy in ambito ECR Italia e in collaborazione con Assologistica, che raccoglie gli oltre 1000 nodi logistici della filiera del largo consumo in Italia, fornendo in questo modo visibilità ai bisogni di spazi di stoccaggio, di celle frigorifere e di trasporti dell’organizzazione.

“Operare in condivisione ed efficienza di costi può permettere al cibo salvato, stoccato e trasportato, di arrivare tempestivamente a 1.560.000 famiglie e persone bisognose che lo aspettano in tutta Italia”.

Giuliana Malaguti, responsabile approvvigionamenti Banco Alimentare

  • GOAL 2

La tracciabilità dei prodotti freschi ringrazia gli standard GS1.

Le filiere dei freschi – ortofrutta, carni, ittico – hanno a disposizione un sistema di strumenti standard GS1 per la tracciabilità dei prodotti lungo la supply chain, anche internazionale, a garanzia della sicurezza dei consumatori e delle loro crescenti necessità di informazioni.

L’interesse crescente dei consumatori sulla qualità e la provenienza dei prodotti alimentari ha portato in primo piano la necessità di tracciare i prodotti e le e relative a origine, provenienza, storia e sicurezza degli allevamenti e delle coltivazioni. E gli operatori della filiera, dai produttori ai retailer, devono gestire e fornire ai consumatori finali tutte queste informazioni, dopo averle scambiate tra loro senza errori.

Il sistema GS1 offre soluzioni standard globali che abilitano i processi di identificazione e di comunicazione delle informazioni tra partner commerciali, aumentando la precisione e l’accesso ai dati e migliorando i processi logistici della filiera.

Per i prodotti freschi, e in particolare per quelli ortofrutticoli, è indicato l’utilizzo di due simbologie che permettono di trasferire informazioni aggiuntive importanti:

  • Il GS1-128, applicato a imballi o pallet, consente di trasferire le informazioni più rilevanti per la gestione della tracciabilità tra i diversi operatori.
  • Il GS1 DataBar, applicato ai prodotti, permette il controllo automatico della data di scadenza e del lotto anche alle casse dei punti vendita, consentendo ai retailer di operare in modo più efficiente e con un’attenzione maggiore alla sicurezza del cliente finale.

Per carni suine, ovino-caprine e di volatili e per i prodotti ittici GS1 Italy ha rilasciato le nuove “Linee guida per la tracciabilità e l’etichettatura”, che illustrano come il sistema di standard GS1 permetta di rispondere ai requisiti legali espressi dai recenti regolamenti internazionali e di fornire al consumatore finale le corrette informazioni su ciò che sta acquistando.

“Abbiamo molto apprezzato la possibilità di apportare alla discussione il contributo dell’industria di trasformazione, importante anello della filiera ittica attraverso cui le informazioni di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti della pesca, oggetto di scambi commerciali sempre più “globalizzati”, vengono trasferite dalla produzione primaria alla distribuzione al dettaglio e all’ingrosso”.

Massimiliano Moretti, responsabile assicurazione qualità di Mobilpesca Surgelati

Le linee guida sono il frutto di un gruppo di lavoro ad hoc coordinato da GS1 Italy dove i rappresentanti delle aziende del settore hanno collaborato per identificare le soluzioni migliori e condividerle, e sono rivolte alle imprese di produzione, di trasformazione, e di distribuzione, ai fornitori di servizi e a tutte le realtà coinvolte nelle specifiche filiere.

Per ognuna delle due filiere, le linee guida si compongono rispettivamente di due documenti:

1. I requisiti informativi analizzati e le modalità di trasferimento attraverso tutti gli strumenti standard GS1:

  • Identificazione e codici a barre (AIDC).
  • Scambio elettronico dei documenti (GS1 EDI).
  • Allineamento delle anagrafiche di prodotto (GS1 GDSN).
  • Condivisione in tempo reale delle informazioni di tracciabilità (GS1 EPCIS).

2. La soluzione nazionale condivisa dal gruppo di lavoro per la tracciabilità e il trasferimento di informazioni tra operatori professionali della filiera, che si basa sull’utilizzo degli strumenti di identificazione e codici a barre (AIDC) e lo scambio elettronico dei documenti (GS1 EDI).

“È stato importante costituire un tavolo di lavoro condiviso tra Industria e Distribuzione per confrontarsi e individuare una soluzione comune che permetta alla filiera di rispondere con efficienza ai requisiti normativi”.

Monica Ramaschi, responsabile R&D Gruppo Ferrarini Vismara

La carta d’identità di pallet e imballi.

Con l’etichetta logistica a standard GS1-128 il flusso delle merci e le informazioni sono sempre sotto controllo, sincronizzate e tracciabili. La nuova guida ne spiega i dettagli.

La nuova Guida pratica all’etichetta logistica rilasciata da GS1 Italy, illustra in maniera facile e immediata come identificare le unità logistiche secondo gli standard GS1-128.

L’etichetta logistica è la carta d’identità abbinata ad ogni lotto di produzione in cui vengono inserite le informazioni destinate ad accompagnare il prodotto nelle diverse fasi del suo percorso lungo la filiera: dal produttore, al distributore, al consumatore finale, coinvolgendo anche gli intermediari.

L’informazione chiave è costituita dal Serial Shipping Container Code (SSCC), il numero seriale univoco assegnato all’unità logistica, che identifica ogni singolo pallet o cartone.

Oltre all’identificativo del prodotto contenuto, l’etichetta logistica permette di inserire informazioni aggiuntive importanti come la data di scadenza, il lotto di produzione, il peso in kg, ecc. e di rispondere alle esigenze di tracciabilità e rintracciabilità delle merci.

Con l’etichetta logistica infatti diventa possibile:

  • Avere a disposizione informazioni utili per il ritiro delle merci dal circuito commerciale in caso di emergenza.
  • Effettuare un tracking preciso dei flussi di merci all’interno della catena di movimentazione.
  • Risalire velocemente allo stabilimento di produzione dei prodotti stoccati in un determinato deposito o al lotto che li ha generati.
  • GOAL 2

Supply chain certificata, EPCIS più estesa e accurata.

L’utilizzo dello standard EPCIS si sta diffondendo tra le aziende di numerosi settori, in tutto il mondo, che riescono a beneficiare della visibilità di filiera che lo standard è in grado di garantire. La nuova versione del programma di certificazione apporta vantaggi e benefici a tutti gli attori.

L’aggiornamento alla versione 1.1 del programma di certificazione EPCIS (Electronico product code information services) garantisce agli attori della filiera la conformità delle soluzioni software acquistate all’ultima versione dello standard di GS1 EPCIS, che abilita i partner commerciali a condividere informazioni in real-time sulla movimentazione fisica del prodotto e sul suo stato lungo la filiera. Questo standard semplifica i processi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti, la gestione dell’inventario e soddisfa il consumatore sui requisiti normativi circa l’accuratezza e la disponibilità delle informazioni di prodotto lungo la filiera. Due le maggiori novità della nuova versione:

  • La copertura di nuove o migliorate funzionalità dello standard, incluse per esempio l’identificazione a livello di classe, tipi di evento, estensioni XML e molte altre.
  • La garanzia offerta da una fase di test effettuata dai solution provider in versione beta, riportati nel programma hardware e software. Questo programma di test di conformità allo standard, sviluppato dalla community di EPC global, verifica in modo neutrale e autorevole i prodotti software EPC/RFID.

Il nuovo programma di certificazione EPCIS di GS1 garantisce agli attori della supply chain la conformità all’ultima versione dello standard EPCIS delle soluzioni software acquistate.

Supporto alle PMI e le altre filiere

Favorire l’estensione dell’utilizzo dello scambio dati in formato elettronico non solo nel settore del largo consumo è uno degli impegni strategici di GS1 Italy, come quello di supportare le piccole e medie imprese nella transizione verso la dematerializzazione dei documenti e lo sviluppo delle relazioni digitali nel business to business, anche nei confronti della pubblica amministrazione.

  • GOAL 3

Procedo rende più semplice la fatturazione elettronica alla pubblica amministrazione.

Da aprile 2015 è diventata obbligatoria la fatturazione elettronica per i rapporti tra le imprese e la pubblica amministrazione, così come la conservazione digitale dei documenti. È un passo avanti verso la dematerializzazione e la digitalizzazione del ciclo commerciale. Procedo facilita queste operazioni anche alle piccole e medie imprese.

Dal 1° aprile 2015 è imposto alle amministrazioni pubbliche (le amministrazioni dello Stato, comprese quelle ad ordinamento autonomo e gli enti pubblici nazionali) di non accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea e il divieto di procedere ad alcun pagamento fino all’invio in forma elettronica delle fatture.

Procedo, la piattaforma web promossa da Indicod-Ecr Servizi che permette anche alle PMI del largo consumo lo scambio in elettronico dei documenti commerciali e amministrativi, ha quindi ampliato la propria gamma di servizi e introdotto due funzionalità relative agli scambi con la pubblica amministrazione. per permettere alle aziende anche di fatturare alle pubbliche amministrazioni e di conservare i documenti commerciali (fatture, note di debito o di accredito): si completa così la dematerializzazione del ciclo dell’ordine, che permette di risparmiare carta e migliorare le performance aziendali in termini di efficienza. Si stima, infatti, che la fatturazione elettronica offra benefici economici per le imprese tra i 6 e gli 8,5 euro per ogni fattura inviata alla pubblica amministrazione e che siano già 300 mila le imprese italiane ad averla adottata.

Una nuova funzionalità di Procedo consente poi la conservazione dei documenti commerciali, un passo ulteriore verso l’abbandono della carta. Tutti i documenti commerciali vengono salvati nell’apposita area riservata all’azienda sulla piattaforma online di Procedo e possono essere consultati in qualsiasi momento.

Procedo è presente anche su LinkedIn con tutti gli aggiornamenti e le novità sulla dematerializzazione dei documenti, sull’EDI, su Procedo e sul mondo del largo consumo.

  • GOAL 3

EDI e fatturazione elettronica: il destino è crescere.

Dal monitoraggio su EDI e fatturazione elettronica che GS1 Italy ha affidato al Politecnico di Milano emergono buone notizie sulla diffusione dell’utilizzo dell’EDI nel ciclo ordine-pagamento, anche se il cammino da compiere è ancora lungo.

“Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel settore del largo consumo in Italia” è il titolo dell’indagine affidata al Politecnico di Milano con l’obiettivo di produrre una fotografia dettagliata e aggiornata ogni anno, della situazione EDI italiana e dei trend in atto che possa essere utile al comparto per cogliere le opportunità di sviluppo del mercato. L’analisi ha riguardato i provider dell’ecosistema Euritmo, la soluzione web-EDI studiata da GS1 Italy, è Procedo (vedi pag. 49), il servizio che permette a fornitori e clienti di scambiare documenti commerciali in formato elettronico (EDI) in maniera automatica e standard.

In totale si stima che nel 2014 siano state 5.230 le aziende che hanno scambiato quasi 30 milioni di messaggi Di queste, 2.991 utenti Euritmo.

Oltre ai numeri, è il tipo di documenti scambiati a dimostrare che la digitalizzazione del ciclo ordine-fattura ha cambiato passo e fa ben sperare per la sua diffusione. Infatti comincia a essere significativo lo scambio degli ordini, anche se distante dal numero delle fatture.

Altro dato interessante è il tipo di relazioni tra le imprese distributive e industriali.

Sono 1613 le aziende che si scambiano la classica coppia di messaggi relativi a ordine e fattura (hanno una relazione cosiddetta “elementare”); di queste, 331 scambiano anche l’avviso di spedizione (relazione matura) e solo 159 scambiano almeno un ulteriore messaggio (relazione completa).

Il monitoraggio ha permesso di focalizzare l’attenzione sul cambio di passo nella diffusione dei processi EDI, ma contemporaneamente ha messo in luce quali sono le aree critiche su cui il largo consumo italiano è chiamato a intervenire per avvicinarsi al grado di utilizzo degli altri paesi europei. In particolare, l’allargamento della base delle aziende utenti EDI e l’aumento dei tipi di documenti scambiati tra le singole aziende. Il grande numero di piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto industriale italiano può rappresentare un freno, ma con Procedo l’EDI come pratica quotidiana è alla portata di tutte. Con i benefici in termini di efficienza e di riduzione dei costi che ne conseguono.

30 MILIONI circa

i messaggi EDI scambiati

5.230

le aziende coinvolte

Formazione continua

Attraverso la collaborazione virtuosa tra Industria, Distribuzione e università si accrescono le competenze culturali di una nuova classe di professionisti specializzati nel settore per gestire le sfide della filiera del largo consumo. E con la formazione aziendale si interviene nella diffusione e nella conoscenza degli strumenti operativi.

Formazione post lauream per i manager di domani.

Prosegue anche per l’anno accademico 2015/2016 l’attività di formazione di GS1 Italy rivolta ai giovani neolaureati che progettano la propria crescita professionale nel largo consumo, con il Master in Retail e Brand management, unico nel suo genere, e con il Master in Supply chain e Purchasing management.

Con le selezioni nei mesi estivi è partita la nuova edizione del “Master in Retail e Brand management” di GS1 Italy, sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma.

La nuova classe è stata presentata in occasione del primo alumny day del Master, una serata alla Triennale di Milano durante la quale sono stati anche consegnati i diplomi del corso precedente ed è nata la community per tutti gli ex alunni affinchè possano restare in contatto tra di loro.

Il Master costituisce il punto di partenza preferenziale per giovani laureati che desiderino completare la loro preparazione universitaria con conoscenze specialistiche nel marketing, nelle strategie e nelle politiche distributive e industriali e di tutte le caratteristiche proprie della filiera del largo consumo. Sono molte le caratteristiche che lo rendono unico all’interno del panorama accademico:

  • L’integrazione tra didattica ed esperienza sul campo.
  • Le numerose testimonianze aziendali.
  • Una docenza specializzata nel settore, anche proveniente dall’estero.
  • Linternazionalità, garantita dalle collaborazioni con istituzioni di prestigio come l’Università di Stirling e di Edimburgo, la Stern School of Business di New York, la Kellog School of Management e la Nielsen di Chicago che potranno essere sede di viaggio studio.

"Avere persone preparate nel settore distributivo e dei beni di largo consumo è un grande vantaggio per le imprese e per il sistema nel suo complesso".

Marco Pedroni, presidente Coop Italia e GS1 Italy

Determinante è il ruolo attivo e concreto delle aziende rappresentate in GS1 Italy, e in particolare il sostegno del Consiglio direttivo, che ha sempre creduto in questa iniziativa e nell’importanza di formare delle risorse con competenze specifiche nel settore.

Continua anche la partnership con il MIP Politecnico di Milano per la seconda edizione del “Master in Supply Chain and Purchasing management”, un double degree specialistico in lingua inglese, focalizzato sui temi della gestione della supply chain e degli acquisti, che nasce dalla collaborazione con Audencia Nantes School of Management.

GS1 Italy collabora nella docenza, portando le proprie competenze nei moduli dedicati alla collaborazione di filiera e istituisce alcune borse di studio a sostegno dei partecipanti più meritevoli.

"La missione del Master in Retail e Brand management è creare candidati che trovando impiego nell’industria e nella distribuzione comincino a dialogare fra di loro per il miglioramento della filiera del largo consumo".

Davide Pellegrini, direttore scientifico del Master, Università di Parma

200

gli studenti che hanno frequentato il Master in Retail e Brand Management nelle undici edizioni

90%

dei partecipanti trova impiego stabile nei 6 mesi successivi alla conclusione del Master in Retail e Brand Management

Formazione e imprese: conoscere per agire.

La formazione di GS1 Italy per le imprese si struttura. Tre aree di lavoro: supply chain, marketing e commerciale e quella tecnica. Diversi gli strumenti utilizzati: aula multiclient, formazione a distanza, webinar, eventi. Per il largo consumo e non solo.

La formazione per le aziende è sempre stata un’attività centrale per GS1 Italy, che da oltre 10 anni offre alle aziende un supporto concreto all’aggiornamento professionale e allo sviluppo di competenze specifiche delle risorse aziendali. Ne sono esempio i nuovi corsi “Processo di riordino ottimo di filiera” e “Qualità dei dati nella gestione delle anagrafiche” dedicati al miglioramento dell’efficienza delle relazioni tra Industria e Distribuzione.

Nel corso dell’anno il programma formativo, infatti, è stato ridisegnato e ampliato con l’introduzione di nuovi strumenti, in un progetto di sostegno alle aziende: il calendario 2015 si è composto di 17 corsi multiclient, articolati in oltre 30 sessioni, incentrati su tre aree tematiche:

  • Supply chain: per approfondire le best practice ECR sull’efficienza di filiera, per conoscere le nuove tecnologie di riconoscibilità dei prodotti e gli strumenti più efficaci per condividere le informazioni.
  • Marketing e commerciale: per lo sviluppo delle competenze professionali nell’ambito della negoziazione, per favorire il dialogo e la relazione tra Industria e Distribuzione, per individuare modelli e strategie di vendita efficienti.
  • Tecnica: per ottimizzare lo scambio di informazioni che accompagnano i prodotti lungo la filiera, grazie al sistema di codifica standard GS1.

GS1 Italy ha anche organizzato:

  • Un webinar dedicato a “Dispositivi medici, UDI e standard GS1” per fornire un quadro dell’attuale realtà italiana e internazionale e una panoramica delle opportunità di identificazione e di tracciabilità offerte dagli standard GS1 nel settore sanitario.
  • Due sessioni formative gratuite presso il Lab di GS1 Italy dal titolo “Conosci GS1 Italy” per approfondire i benefici derivati dagli standard GS1: un appuntamento che verrà riproposto periodicamente.

La formazione di GS1 Italy ha la certificazione Rina del sistema di gestione per la qualità della sua offerta formativa, secondo la norma internazionale UNI EN ISO 9001:2008 ed è inoltre accreditata presso For.Te, il fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua nel terziario, riconosciuto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

250 partecipanti

alle sessioni di formazione

200 ore

di formazione erogate (in aula, in azienda, a distanza)

Vicinanza al mercato

GS1 Italy fornisce supporto scientifico, di studio, di approfondimento e di confronto alle imprese associate e agli stakeholder, e svolge un ruolo di riferimento per lo sviluppo e la valorizzazione della filiera del largo consumo e dei suoi protagonisti.

L’agroalimentare da filiera lineare a ecosistema.

Fare meglio italiano: un convegno promosso a Expo Milano 2015 e la pubblicazione di un Quaderno sono la sintesi ideale della visione precompetitiva che guida l’attività di GS1 Italy e contemporaneamente una chiamata all’azione per tutti gli attori della “filiera del mangiare”.

Biodiversità, trasparenza, sicurezza, legalità, reti, collaborazione, tracciabilità, innovazione, e disintermediazione: sono i valori e le parole chiave che fanno parte del DNA del sistema agroalimentare italiano indicati dal convegno “Fare meglio italiano” organizzato da GS1 Italy in occasione di Expo Milano 2015. Un settore che si caratterizza per essere un ecosistema con un elevato numero di operatori coinvolti e con implicazioni profonde sulla salute dei consumatori e sulla sicurezza degli alimenti, nel quale la condivisione trasparente delle informazioni univoche e standardizzate e lo sviluppo di progetti comuni ne rappresentano la base precompetitiva.

"Siamo convinti che anche le azioni precompetitive (dove è importante il ruolo concreto giocato dalle nostre associazioni) siano determinanti per valorizzare l’agroalimentare italiano. In un ecosistema ognuno è indispensabile all’altro per piccoli o grandi apporti. Il sistema efficiente è quello che include e riesce a valorizzare chi vi è dentro".

Marco Pedroni, presidente Coop Italia e GS1 Italy

“L’Italia sta svolgendo un ruolo da protagonista, offrendo soluzioni nuove come quelle su cui sta lavorando GS1 Italy. Penso al rafforzamento dei rapporti tra le aziende, trasformando le filiere in veri ecosistemi collaborativi, e allo sviluppo di processi più moderni, con attrezzature logistiche all’altezza della sfida internazionale davanti a ogni impresa oggi”.

Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole alimentari forestali

La riflessione al centro dell’iniziativa “Fare meglio italiano” è che se le imprese intendono sfruttare al meglio le tecnologie e l’innovazione devono poter utilizzare le conoscenze, le prestazioni, i capitali di altri partecipanti all’ecosistema e questo è possibile solo grazie a un collante che tenga insieme i molti e diversi contributi che devono integrarsi. Il collante è la collaborazione tra le imprese.

Il superamento del concetto di filiera lineare e delle contrapposizioni agricoltura-industria-distribuzione o piccola/grande impresa appare necessario in un’epoca in cui gli snodi dei sistemi economici trovano un nuovo ancoraggio a concetti come integrazione (tra locale e globale, ad esempio), filiere aperte, reti di relazione. E ancora dialogo, collaborazione, condivisione.

“L’impresa “solitaria” è entrata in crisi. Solo gli appartenenti a sistemi dotati di una forte integrazione sopravvivono. Ma un ecosistema a rete è un insieme complesso, che prima dobbiamo imparare a pensare”.

Giorgio Di Tullio, filosofo dell'innovazione

Inoltre lo sviluppo di reti consente alle imprese di superare i limiti di azione connessi alla piccola dimensione e alla scarsità di capitali e di capacità di investimento conseguenti. Ma occorre anche sorpassare la cultura individualistica che caratterizza l’imprenditorialità italiana, affinché le reti possano prendere forma e consolidarsi generando un valore aggiunto per i partecipanti.

L’incontro ha quindi portato i protagonisti presenti a condividere una serie di valori fondanti di un nuovo approccio al “fare italiano”:

  • Condivisione e collaborazione nel sistema agroalimentare.
  • Trasparenza, sicurezza e visibilità nei confronti dei consumatori.
  • Attenzione alla tutela della legalità nei processi di produzione e di distribuzione dei prodotti.
  • Formazione e valorizzazione dei giovani per la sostenibilità futura del settore.

“Le reti sono lo strumento più adeguato per mobilitare verso obiettivi comuni di crescita le filiere produttive del “fare italiano” attuale, compresi i consumatori che selezionano e valutano le innovazioni produttive e semantiche loro proposte. I consumatori italiani sono i “garanti” ultimi della riconoscibilità e qualità dei prodotti messi sul mercato dai produttori italiani”.

Enzo Rullani, presidente Tedis Center Venice International University

Quanto invece al rafforzamento del sistema agroalimentare italiano, sono cinque le direzioni che si è scelto di percorrere:

  • Riconoscimento della molteplicità necessaria dei diversi attori.
  • Ingaggio sistemico attraverso accordi precompetitivi, piattaforme condivise, innovazione aperta.
  • Tracciabilità e trasparenza dei processi a garazia della sicurezza per i consumatori.
  • Produttori, industrie e distributori insieme per rafforzare la ricchezza delle colture e dei territori.
  • Minori passaggi e miglioramento dell’efficienza complessiva del sistema.

“È tempo che mondo agricolo e distribuzione ragionino meglio e di più insieme su come semplificare le filiere e dare stimoli all’innovazione. Oppure molte filiere scompariranno”.

Francesco Pugliese, amministratore delegato Conad

“In un momento di difficoltà economica occorre scommettere sul valore della trasparenza e della tracciabilità per valorizzare le identità territoriali. Dobbiamo farlo tutti insieme, grandi e piccole imprese trasformatrici, distribuzione a vari livelli e produttori agricoli, proprio per dimostrare che nell’economia globale ci sono grandi opportunità per il Made in Italy”.

Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti

I Quaderni, per orientarsi nella complessità.

Una collana dedicata allo scenario socio-economico italiano fotografa la realtà del paese e fornisce ai decision maker e agli attori del mercato strumenti, analisi e spunti per decifrare la realtà contingente.

La collana i Quaderni, avviata da GS1 Italy nel 2013, si è arricchita nel 2015 con la pubblicazione di “FARE MEGLIO ITALIANO. L’agroalimentare si fa sistema” che cerca di rappresentare la prospettiva di rafforzamento del settore agroalimentare italiano facendo emergere i vantaggi di considerare tutti gli attori della filiera parti essenziali di un sistema vitale e competitivo.

  • GOAL 4

Un registro mondiale per un’agricoltura sostenibile.

Tecnologia e sostenibilità sono al centro di un cambiamento di mentalità nel settore pubblico e in quello privato, e permettono di avviare collaborazioni e pratiche di coltivazioni sostenibili in agricoltura, anche ai piccoli agricoltori che diventano così protagonisti della supply chain alimentare globale.

GS1 è parte di uno sforzo collettivo volto a mappare e armonizzare le centinaia di norme e certificazioni relative all’agricoltura sostenibile. La partecipazione di GS1 al vertice SDG (obiettivi di sviluppo sostenibile) delle Nazioni Unite ha sancito questo legame.

L’iniziativa, nota come “The Blue Number Initiative, A Global Registry for Sustainable Farmers”, utilizzerà il registry service di GS1, che serve agli agricoltori, ai governi, alle imprese e alle community per comunicare tra loro lungo tutta la supply chain grazie al linguaggio comune globale GS1. Attraverso il GS1 Global Location Number (GS1 GLN), il registry assegna un identificativo univoco ad ciascuna azienda – non importa quanto grande o piccola sia – e definisce la sua posizione geografica , oltre ad elencarne le certificazioni di sostenibilità. Questo permette anche ai piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo di essere riconosciuti per le proprie pratiche di sostenibilità, aprendo potenziali mercati e consentendo loro di diventare attori più visibili e attivi nella supply chain alimentare globale.

“Grazie all’accesso a dati organizzati secondo la geolocalizzazione, come la produzione per singola regione, con le relative informazioni infrastrutturali e le certificazioni, i governi sono in grado di fare scelte politiche più informate che facciano crescere la produzione, e di indirizzare le risorse e la formazione verso pratiche agricole sostenibili”.

Miguel Lopera, ceo e presidente GS1

Il registry stabilisce inoltre basi importanti affinché i decision maker nei paesi in via di sviluppo accedano a statistiche accurate su dati granulari e big data.

Il registry è inoltre uno strumento utile per fornire ai consumatori grande visibilità sui prodotti che trovano sugli scaffali e a prendere decisioni informate riguardo gli ingredienti certificati come biologici, provenienti da allevamento sostenibile e da commercio equo-solidale.

L’Osservatorio economico misura il polso delle imprese.

L’Osservatorio economico di GS1 Italy monitora le percezioni e le aspettative della business community del largo consumo sull’andamento dell’economia e dei consumi.

Aggiornato ogni sei mesi (a settembre e a gennaio di ogni anno), l’Osservatorio economico si basa su un questionario di circa 35 domande inerenti temi economici nazionali e di settore che viene sottoposto alle aziende associate di GS1 Italy, imprese manifatturiere, commercio all’ingrosso e grande distribuzione organizzata.

Queste 35 mila imprese sono infatti sollecitate a rispondere, secondo uno schema che si ripropone da dieci anni, con dettaglio per tipologia di impresa, alle domande poste relative a:

  • Clima di fiducia.
  • Situazione economica generale.
  • Situazione economica interna al settore dell’impresa.
  • Promozioni e pubblicità.
  • Prezzi.

Oltre a ciò, ogni anno, viene effettuato un focus speciale dettato dall’attualità, che per il 2015 ha riguardato la “filiera agroalimentare”: per il 71,6% delle aziende rispondenti (che arriva all’81,8% nella GDO) l’Italia ha una forte vocazione al “mangiar bene” riconosciuta anche oltre confine, che si collega al principio secondo cui “mangiar bene vuol dire vivere meglio”, condiviso dal 68,8% delle imprese manifatturiere rispondenti. L’Osservatorio economico ha rilevato anche che, le aziende sono pronte a riconoscere il valore di fattori di eccellenza come la filiera agroalimentare e auspicano interventi mirati a rilanciare opportunità di crescita sia in Italia sia all’estero. Per il 60% delle imprese manifatturiere e della GDO, infatti, sarebbe utile valorizzare un “modello italiano” basato su tradizione-cultura-modernizzazione riconoscibile anche all’estero, e predisporre interventi mirati ad attrarre investimenti, a sostenere l’export (62% dei rispondenti) e a consolidare la collaborazione tra gli operatori della filiera, come sottolinea il 73% circa della GDO rispondente.

I nuovi trend e le nuove risposte del Non Food.

Il consumatore è sempre più protagonista nel suo passare senza soluzione di continuità tra canali fisici e digitali, tra lo shopping e il procurement. Lo dice l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che da dodici anni misura le performance e l’evoluzione del settore non alimentare.

La XIII edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, lo studio realizzato in collaborazione con TradeLab e Gfk Eurisko, che dal 2002 monitora in modo sistematico il settore dei beni non alimentari, è stato presentato come di consueto nella cornice del Piccolo Teatro Grassi di Milano.

”Dare contenuto e senso al retail significa concentrarsi su nuove logiche di fondo, incentrate sulla razionalizzazione e sulla vicinanza (procurement, vale a dire minori costi) oppure ancora sulla vicinanza, sul valore e sull’esperienza (shopping, cioè ritorno di benefici per il consumatore)”.

Edmondo Lucchi, responabile dip. new media Gfk Eurisko

“Dobbiamo chiederci se la riduzione dei punti vendita delle catene Non Food sia l’effetto di una sovracapacità strutturale dei servizi commerciali o rappresenti una dinamica fisiologica”.

Luca Zanderighi, economista e partner TradeLab

I dati hanno mostrato, dopo qualche anno costantemente in caduta, un forte rallentamento del calo delle vendite dei beni non alimentari nei settori presi in considerazione (13 comparti: mobili e arredamento, abbigliamento e calzature, bricolage, cartoleria, edutainment, casalinghi, elettronica di consumo, prodotti di profumeria, prodotti per automedicazione, giocattoli, gioielli e orologi, prodotti di ottica, tessile).

Ma l’edizione 2015 si è concentrata anche sulle tendenze che sono emerse e si sono consolidate negli ultimi anni e che vedono il consumatore sempre più protagonista: diventa fondamentale, secondo le conclusioni dell’Osservatorio, cogliere le opportunità offerte da un nuovo sistema di relazioni con il consumatore dove fisico e digitale possono convivere idealmente in armonia nella stessa esperienza di acquisto.

L’omnicanalità diventa quindi anche per il Non Food il paradigma di riferimento delle logiche di fondo del nuovo retail: razionalizzazione, vicinanza, valore, esperienza – queste le parole chiave – generano un’offerta che dal tradizionale procurement ridisegna una nuova esperienza di shopping nei consueti luoghi di incontro e di scambio. Il punto vendita, in questa prospettiva, dovrà inevitabilmente cambiare.

Tendenze online e Un anno di Tendenze.

Il sistema di comunicazione di GS1 Italy è costituito dal webmagazine Tendenze online con la newsletter quindicinale e dalla pubblicazione annuale che distilla in maniera ragionata i temi in maggiore evidenza nella business community del largo consumo.

Tendenze online pubblica quotidianamente gli aggiornamenti sulle attività di GS1 Italy e ospita interventi di esperti, opinionisti, studiosi riguardanti le dinamiche Industria – Distribuzione, l’economia, i consumi, oltre a report di convegni e risultati di ricerche. Ospita anche una nutrita videogallery con gli interventi dei protagonisti dell’Industria e della Distribuzione. Un’altra particolarità è la rassegna stampa quotidiana che propone una selezione degli articoli più significativi dalla stampa nazionale e internazionale.

Il webmagazine si completa con la newsletter quindicinale Tendenze Journal inviata a oltre 45 mila utenti.

Tendenze online ha anche una presenza attiva sui social media: in particolare Twitter con il canale @tendenzeonline raggiunge 2048 follower con un elevato livello di engagement.

I contenuti del webmagazine costituiscono il materiale di base per Un anno di Tendenze, pubblicazione annuale giunta alla quinta edizione. Questo materiale viene riorganizzato per temi, rieditato, rimodellato in modo da diventare uno strumento di interpretazione e di consultazione dei fenomeni rilevanti che hanno caratterizzato l’anno di riferimento e che si proiettano in quello successivo. L’edizione 2015 li ha raccolti in quatto argomenti:

  • Consumi e distribuzione. Verso la nuova normalità.
  • Retail in evoluzione.
  • La filiera agroalimentare verso l’ecosistema.
  • La collaborazione fa la differenza.

Chi legge Un anno di Tendenze

64.000 visitatori

di tendenze online nel 2015

106.000 pagine

VISUALIZZATE

1.000 copie

LA DIFFUSIONE DELL’EDIZIONE CARTACEA DI UN ANNO DI TENDENZE 2015 

7.800 utenti

HANNO LETTO L’EDIZIONE DIGITALE